Il tenorsassofonista e compositore Wayne Shorter si fece strada proprio nel cuore del ventennio fra il 1948 e il 1968, periodo che vede il proliferare di varie correnti stilistiche nel jazz, alle
quali diede il suo significativo contributo.
Shorter riesce a distinguersi attingendo al suo mondo interiore autentico e indipendente, alla sua creatività, preparazione musicale e alla sua indole da ragazzo visionario unità alla sua forte
spiritualità.
I segni della sua forte identità provengono dall'incontro con le più importanti icone del jazz, Bud Powell, Dizzy Gillespie, Charlie Parker, Art Blakey,John Coltrane, Bill Evans, Miles Davis e
dagli eventi della sua vita.
Wayne mantiene, comunque, la propria individuale attitudine a comporre lavori altamente evocativi, non abbandonando mai il potere prometeico di trasformare la musica come la sua esistenza, indissolubilmente legate tra di loro, cercando di vedere oltre, illuminandosi.
Fra i suoi tratti distintivi emergono in particolare suono e pronuncia. Shorter ha un suono robusto e scuro, i suoi brani sono sempre più sintetici , ma ben studiati nella forma, come se la sue
composizioni furono condizionate da Charles Baudelaire e dalle sue stampe giapponesi, rendendole dotate di un forte carattere impressionistico.
E infine un profondo credo in una visione dell’esistenza in cui l’arte e la vita sono legate tra loro, una rappresenta il senso dell’altra, senza prevaricazioni.
"Bisogna avere il coraggio di varcare quella porta e trovare l'ordine verso la luce per arrivare al proprio suono"