Duke , compositore arrangiatore e direttore d'orchestra, non si preoccupava dei posteri, ma viveva l'affascinante atmosfera del momento in cui si esibiva facendo attenzione alla sua orchestra, ai suoi smaglianti colori, agli accenti e alla poderosa forza della sua musica, facendo diventare l'ascoltatore di qualsiasi tempo suo contemporaneo, e la sua opera eterna.................
L'elemento centrale della sua vita e fonte inesauribile di ispirazione, è il modo in cui seduceva e amava ogni genere di persona sentendosi vicino, e come paradosso la sua presenza elegante e il
suo personaggio, eternamente sul palcoscenico, intimoriva la gente che lo ascoltava.
"La musica è la mia signora"...Amava i musicisti non solo come suonatori ma come persone...
Più di altri rivolgeva la sua musica alla ricca vita di uomini e donne …
Amava l'imprevedibilità della vita, prendeva il "CAOS" e lo organizzava in un contesto musicale.
Il suo vero strumento non era il pianoforte ma l 'orchestra, ebbe un orchestra talmente indisciplinata quasi impossibile da dirigere , solo lui poteva riuscirci.
Fu particolarmente affascinato e attratto dal caos della vita, sia di ogni componente della sua orchestra che della gente in genere . Si distinse dalla massa nell' usare una "forma di ordine" non per difendersi dal "caos" ma per accoglierlo , per poi riproporlo nelle sue composizioni musicali lasciando spazio alla pura Improvvisazione e alla libertà di parola musicale dei suoi musicisti.
Esigeva da loro l'arricchimento delle sue opere, con la massima personalizzazione negli assolo, celebrando il "Momento di Mezzo " di ognuno.
E' così che il Duca, nel raccontare ed ascoltare storie imprevedibili del genere umano , attraverso il jazz e il suo linguaggio musicale, vuole stupirsi lui per primo durante i suoi brani....
"L'esigenza , il fascino e l'attrazione a questo stupore non ha mai fine."
Come Matisse, bloccato a letto ormai ceco e troppo anziano, non smise di avere il suo "Momento" sforzandosi con una lunga asta di
rappresentare figure sul soffitto con il suo "SEGNO", Duke Ellington con pochi mesi da vivere continuò ad ascoltare il "SUONO" dell'orchestra che eseguiva i suoi brani, bramoso di
stupore......